Il nostro territorio


Storia del nostro territorio: Castello di Serravalle

Abitanti: 4.231 (dato aggiornato al 2003)
Superficie: 39,22 kmq
Altitudine media: 182 msl
Comuni limitrofi: 

Monteveglio, Monte San Pietro, Savigno, Zocca (MO), Guiglia (MO), Savignano sul Panaro (MO)

Fondato nel 1227 dai bolognesi al confine del loro territorio con le giurisdizioni di Modena, Castello di Serravalle dichiara nel toponimo l’originaria funzione difensiva.
La verdissima ed ondulata plaga di mezza collina in cui si trova è segnata da un corso d’acqua affluente del Samoggia, ovvero il torrente Ghiaie di Serravalle, formato dall’unione, presso Osteriola, del Rio Maggiore o Ghiaie di Monte Orsello, che scende dal Monte Roppio, con il Ghiaie di Ciano, o Ghiaietta di Monte Ombraro, che nasce dal Monte Ombraro. Numerosi i piccoli affluenti; il più cospicuo è il Rio di serravalle. Fra Maiola e Zapponino, ed altrove, vaste zone di calanchi spezzano il verde.Il Comune si estende su sette antiche parrocchie: San Pietro di serravalle (oggi castello), S. Apollinare di serravalle (ossia l’attuale castelletto), Fagnano, Ponzano, Tiola, Maiola e Zapponino; insediamenti più recenti e di diversa importanza economica e sociale, sono Bersagliera, con l’oratorio del crocifisso, eretto nel 1957, Mercatello e Rio Cà di Fabbri.
Di origine romana documentata sono alcuni toponimi quali Fagnano, che come Fundus Fannianus, nasce dal gentilizio Fannius, e Ponzano, l’antico Fundus Pontianus dal nomen gentis Pontius; con ogni probabilità sono romani anche Ducentola e Stagnano. Dopo la parentesi barbarica, si stabilitì su questi luoghi il dominio dell’Abbazia di Nonantola, cui succedette quello della vicina abbazia di Monteveglio.I castelli di Zapponino, serravalle, Tiola e Cuzzano ebbero forti rocche: ciò comportò in questo luogo lo svolgersi di vari fatti d’arme che coinvolsero sovente la città di Bologna. Il principale fu, il 15 novembre 1925, lo scontro fra i ghibellini di Modena, di Mantova e di Cremona, comandati da Rinaldo Bonaccolsi Signore di Mantova detto “il Passerino”, ed i bolognesi: questa battaglia si svolse ai prati di Soletto e Parviano, oggi Bersagliera presso Zapponino, e vide distrutta l’armata bolognese, che ebbe 3000 morti e altrettanti prigionieri. Ciò procurò al luogo il popolare nome di Prato dei Morti.Ma l’intera storia delle terre di Serravalle, in gran parte per le sanguinarie imprese dell’indigeno Muzzarello da Cuzzano e di altri tristi signori della guerra, quali Alberto e Zollo da Serravalle, resta segnata nei secoli XIV e XV dalle armi. Nel ‘500 si confermano in questi luoghi alcune signorie originate da investiture pontificie, quelle dei Boccadiferro, dei Gozzadini, dei Ludovisi. I quattro storici comuni medioevali o massarie di Serravalle, Tiola, Ponzano e Zapponino nel 1815 costituirono il nuovo comune di Serravalle, che il 4 dicembre 1862 divenne Castello di Serravalle.
Posto su un colle, l’antico castello di Serravalle nel 1235 ebbe come Capitano un Giacomo di San Lorenzo in Collina: della cerchia murata, che era lunga 486 m, restano una ben conservata porta ogivale con ponte levatoio ed il cassero. Il cosiddetto Castello attualmente visibile è una rocca con cortili costruita nel ‘500, collegata mediante una galleria sotterranea al palazzo più volte rimaneggiato (fino al XVIII secolo) che fu per tre secoli dei Boccadiferro e ai primi dell’Ottocento passò ai Banzi. All’interno del castello, nel borgo antico, dalle tipiche case e viuzze, è la Casa del Comune (1235) fatta erigere dal ricordato Giacomo. Emergono inoltre la torre della rocca, che è l’antico mastio modificato nel 1523, e quella del Capitano del Popolo, nonché il campanile romanico della Chiesa di San Pietro. Questa, che era l’antica chiesa castellana, parrocchia nel 1378, fu rifatta nel 1600; la facciata attuale è del 1923. All’interno si conserva una scultura policroma della Madonna del Rosario circondata dai Misteri, su tela, del secolo XVII.
A Castelletto, capoluogo comunale e sede degli uffici municipali forse dal 1815, sorge l’antica Chiesa si S. Apollinare di Serravalle, bella mole barocca del 1744 nel verde di un vasto terrazzo fluviale: nota nel XI secolo, sicuramente parrocchia nel 1378, possiede interessanti opere d’arte, fra le quali sono dipinti di Bartolomeo Passerotti, Giuseppe Marchesi detto il Sansone, Giuseppe Varotti.A poca distanza, presso il Rio di Serravalle, in una macchia di latifoglie, si trova Cà di Clò, una borgatella rurale del secolo XVII con l’oratorio di S. Barbara. Maiola, parrocchia già nel 1378 con il nome di San Giovanni Battista di Montemauro, ha una chiesetta dedicata al S. Cuore di gesù, ricostruita nel 1904, con un campanile settecentesco. Nei dintorni, la Casa Benedetti con la torre, la Casa Gauzano o Gavazzano, anch’essa con torre, la Casa Maenzano. Bella la distesa di calanchi verso Zappolino.Nella vicina Tiola, sul colle ove nel secolo XII era un castello dalle mura estendentesi per 250 metri e del quale resta solamente qualche rudere, sorge l’antica chiesa castellana di S. Michele Arcangelo, che era già parrocchia nel 1300 e che fu restaurata nel 1794: conserva un S. Michele del Sansone (secolo XVIII); il campanile è del 1889. Notevoli nella zona alcuni caratteristici edifici risalenti ai secoli XVII – XVIII.A Fagnano, dove probabilmente nacque Lamberto Fagnani che fu papa con il nome di Onorio II (1124 – 1130), presso Monte Biancano, è la Chiesa di S. Maria Assunta, con campanile protoromantico del secolo XI, e con resti romanici nel piccolo chiostro a doppio loggiato. Eretta nel 1064 da un Martino di Domenico di Fagnano, parrocchia già nel XII secolo, questa chiesa fu ricostruita nel 1155, modificata nel secolo XVI e ancora nel XIX. Dal 1664 fu dei Canonici regolari lateranensi di Monteveglio. Nei dintorni, si trovano la casa Vallona, con torre, e la Casa Cantagallo.A Ponzano, culla dei temibili feudatari da Cuzzano, sorgeva l’antichissima chiesa di San Doato, parrocchia dal 1300, ma distrutta dalla guerra nel 1945; nel 1953 è stata ricostruita dall’architetto Leo Ferrini.A Zappolino, tra il Vòlgolo ed il Samoggia, sono visibili pochi resti del Castello del XIII secolo che in origine aveva mura lunghe 950 metri; gravemente danneggiato dal terremoto del 1929, fu demolito. LA Chiesa dei SS. Senesio e Teopompo, parrocchiale già nel 1300, è oggi sostituita nell’uso liturgico dalla nuova chiesa del 1958 dedicata a S. Antonio da Padova.Nel territorio esistono notevoli antiche case: le Case Ceccoli di Sotto, nucleo iniziato nel XV secolo; la Casa Bertù, datata 1587, con torre; l’edificio detto case Rosse (o il Palazzo) in mattoni, eretto nel secolo XV ed ampliato forse nel XVI dai Gozzadini. Il quel di Zappolino e nel podere Sgolfo è stata individuata un’area archeologica definita di grande interesse.L’economia locale è fondamentalmente agricola; di rilievo sono anche il commercio e l’artigianato, con un centinaio di aziende specializzate nei settori dell’edilizia, dei serramenti in legno e in alluminio, dei mobili in legno, nella lavorazione del ferro e nella produzione della ceramica artistica. Cospicuo il pendolarismo verso Bologna, che dista circa 35 km. Notevoli la produzione del grano, quella delle ciliegie (Serravalle fa parte del consorzio delle ciliegie di Vignola) e la vitivinivoltura che vanta il marchio DOC (Colli bolognesi, Monte San Pietro, Castelli medievali): assai pregiati il pinot, il sauvignon ed il riesling italico o pignoletto. Numerosi i caseifici e gli allevamenti; il territorio fa parte del consorzio per la produzione del parmigiano reggiano.Nel patrimonio folklorico sono ancora vive antiche tradizioni popolari come il ballo dello scuciòl ed i lascet, he caratterizzano le mascherate carnevalesche, e come le sceneggiate (partid) quali la Flépa che risale a Giulio Cesare Croce. Feste e sagre sono numerose: tra queste la Sagra degli stracaganàss (dolci molto difficili da masticare, che mettono a dura prova le mascelle), avente luogo la prima domenica di settembre; la Fiera di Castelletto, il primo lunedì dopo il 10 luglio; il mercato del lunedì.
(Tratto da AA. VV. L’Emilia Romagna paese per paese – 1987, Editrice Bonechi, FI)

SERRAVALLE: Il Borgo antico
E’ uno dei più suggestivi castelli della vallata del Samoggia che continua a rievocare l’atmosfera incantata e silenziosa di un borgo medievale.
Risale probabilmente alla fine dell’XI o all’inizio del XII secolo, ma soltanto nel 1209 viene incluso dall’imperatore Ottone IV, insieme ad altre località, tra i territori di pertinenza della già potente Abbazia di Nonantola, che estendeva la propria giurisdizione alle province di Modena, Ferrara e Bologna.
E’ un momento storicamente delicato per questo territorio a causa delle continue rivendicazioni sul contado da parte di Modena e Bologna. Si potrebbe quasi misurare l’intensità della lotta considerato il numero di ricostruzioni e rafforzamenti a cui viene sottoposto il Castello di Serravalle (1287, 1288, 1294, 1296, 1297, 1298). In un paio di occasioni Bologna è, addirittura, costretta ad esonerare gli abitanti dal pagamento delle tasse, in considerazione delle ingenti spese militari che questi avevano sostenuto.
Proprio nel 1288, del resto, Serravalle viene investita di un potere di controllo su tutti gli altri Comuni della vallata, che sostituisce i singoli podestà. Nuove ristrutturazioni e rinforzi alla guarnigione interessano anche il primo trentennio del ‘300, quando il castello venne affidato alla custodia della Corporazione del Griffone e dei Falegnami e deve fronteggiare le devastazioni di alcuni fuorusciti bolognesi, che sfociano nella “battaglia di Zappolino”. Allo scadere della metà del secolo, Serravalle cede il testimone a Savigno, che assume il vicariato di tutti i Comuni della vallata del Samoggia e del Lavino.
Al di là delle complesse vicende storiche, resta la realtà di un fortilizio che vantava quasi mezzo chilometro di circonferenza e si estendeva lungo il crinale della montagna tra due porte opposte. L’ingresso attuale presenta una successione di due porte archiacute, precedute un tempo da un ponte levatoio e ancor oggi affiancate dal cassero. Questa torre di forma irregolarmente trapezoidale, in cui risiedeva il Castellano, viene costruita nel 1227 dai bolognesi per potenziare la struttura difensiva.
Le vicissitudini storiche non hanno però consentito che si conservasse, della costruzione originaria, poco più del basamento. Nel 1451 la parte superiore viene infatti distrutta per ordine del Senato bolognese e ricostruita nel 1523. Ben più recenti sono invece gli inserti delle finestre e i merli angolari che risaltano con i loro mattoni in cotto sul paramento murario in pietra.
Lasciando il Cassero alle nostre spalle, si incontra sul lato sinistro della strada principale un settecentesco palazzo signorile, interamente costruito in cotto.
L’assenza di intonaco sulla facciata e sui lati minori, lascia scorgere il tamponamento di un precedente edificio porticato con tre arcate a tutto sesto.
Il prezzo maggiore di questo palazzo, di impianto abbastanza semplice, è un originale uso decorativo dei materiali costruttivi. Le cornici delle finestre simulano il disegno di conci orizzontali e diagonali grazie ad un abile utilizzo del cotto; analogamente il cornicione superiore, pur notevolmente frammentato, conferma l’impiego di maestranze specializzate nella realizzazione di queste decorazioni architettoniche. Restando al bivio con Via Boccadiferro è interessante notare anche il primo edificio sulla destra in cui, sotto ad un cornicione medievale con filari di mattoni disposti a T e a denti di sega, sono visibili alcuni rimaneggiamenti (la chiusura di un arco a tutto sesto e di un paio di monofore ogivali).
Riprendendo la via principale si lascia sulla destra la chiesa di S. Pietro Apostolo, ampiamente rifatta in stile pseudo romanico, per raggiungere il palazzo comunale.
Costruito nel 1235 dal capitano in carica, Jacopino di S. Lorenzo, si compone di una loggia e di una torre cinquecentesca con cella campanaria, che un’iscrizione attribuisce a Pirro Buttiglieri.
La visita del Castello di Serravalle si conclude quando la strada principale si congiunge con un piazzale da cui si gode un suggestivo panorama della vallata. Senza allontanarsi il visitatore può anche notare, proprio in angolo con Via Boccadiferro, un interessante complesso abitativo da cui emerge una torre quadrangolare con le tipiche feritoie per i colombi o i rondoni.
(tratto da http://www.comune.castellodiserravalle.bo.it/global.htm)